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Giornata mondiale delle persone con disabilità

È il 1992 quando l’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) istituisce ufficialmente la GIORNATA MONDIALE DELLE PERSONE CON DISABILITÁ affidando al 3 Dicembre il ruolo di un anniversario importante sotto ogni punto di vista: sociale, ideologico, pratico. L’anno dopo, segue la Comunità Europea che sulla scia dei diritti sancisce quanto l’importanza di questa giornata debba riecheggiare in tutto il Mondo, non soltanto per sensibilizzare i e le cittadin* su queste tematiche, quanto per trovare, insieme, soluzioni che vadano a rendere la vita degli stess* degna di essere vissuta.

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DISABILI SOTTO LA SOGLIA DI POVERTÀ IN EUROPA

I numeri impressionanti post pandemia da Covid 19 ci urlano, in una climax sinestetica, quanto il 29% dei disabil* in Europa viva sotto la soglia della povertà; di questi, la maggioranza non riesce a trovare lavoro per via della loro condizione fisica e/o psichica.

Convenzione sui diritti per persone con disabilità

Facendo un passo avanti, arriviamo quindi al 2006, anno in cui si introduce la CONVENZIONE SUI DIRITTI PER PERSONE CON DISABILITÁ, convenzione che promette uguaglianza tra tutt* i cittadin* , pari dignità e, quindi, pari opportunità. Da quell’anno, le cose sono cambiate ben poco: nelle città e nei paesi europei – l’Italia, purtroppo, tra i primi posti in classifica – continuano a comparire, come per “mancata magia”, ostacoli strutturali di passaggio di persone non autonome fisicamente così come le classifiche di salute mentale soprattutto post Covid 19 riportano uno stato allarmante di persone con disabilità psichica e psicologica.

Inclusione

Ma cosa vuol dire, dunque, avere una giornata dedicata a queste tematiche? Tutto ma, se non si entra nel problema, si rischia il niente. Sì, perché se continuiamo ad utilizzare la parola “inclusione” solo come garanzia di diritti agiti e acquisti e senza soffermarsi sulle necessità primarie che le persone con disabilità hanno davvero, la strada rischia di farsi ancor più lunga del previsto.

Accanto a questo, dobbiamo davvero iniziare a considerare quello che compare all’interno del ddl “Dopo di Noi” del 25 Giugno 2016, testo che ci invita a riflettere sulla domanda che attanaglia famiglie intere che abbiano al loro interno un soggetto con disabilità: cosa accadrà quando genitori, fratelli, sorelle, parenti o amici passeranno ad altra vita? Dove andranno a finire queste persone? Sì, perché di persone si tratta e su tali tematiche c’è soltanto un’esortazione da fare: nessuno si senta escluso. Nessuno. E la via dell’informazione così come l’importanza dell’aiuto – concreto, a volte, pratico, altre – risulta l’unica da percorrere se vogliamo finalmente rispettare chi vive accanto a noi.